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Aggredisci gli spazi e quando sei in vantaggio cambia gioco

Silhouette flock of birds flying in V-formation at sunset.

5 + 1 lezioni di leadership e innovazione dalle squadre che vincono

(di Tiziana Pregliasco, founder Pyxis, Executive Coach)

Le regole di leadership sono universalmente valide o mutevoli?

Come possiamo considerare in chiave moderna principi di leadership utili per guidare efficacemente team ad alto rendimento?

Le lezioni di leadership qui proposte sono tratte da storie sportive e da comportamenti di allenatori “Olimpici” che ho avuto la fortuna di osservare in certi stadi della mia carriera.

Alcuni spunti di apprendimento si riferiscono alla pubblicazione di J. Kerr “Niente teste di cazzo”. In questo libro si narra quali sono state le strategie messe in atto per riportare alla gloria la leggendaria squadra degli All Blacks dopo un periodo di imbarazzante declino.

Ritengo le lezioni di leadership qui selezionate particolarmente valide oggi in ambienti competitivi, estremamente imprevedibili, mutevoli, critici.

Ma la filosofia della leadership sportiva è davvero un utile riferimento per il contesto business?

Credo di si, decisamente, perché la contaminazione tra ambiti di eccellenza è fonte di ispirazione.

Dobbiamo fare prima una dovuta precisazione però: i contesti di sport e business sono molto diversi!

Nell’uso della metafora sport/business c’è da puntualizzare che, a differenza di un campo da gioco dove il perimetro di gara è chiaro, i ruoli dei giocatori stabiliti a priori, le mete precise, le regole fisse e gli arbitraggi istituiti a garanzia delle stesse, il contesto della competizione nel business si differenzia per non avere questi contorni stabili.

L’esercizio della leadership si pone quindi ad un livello di complessità ancora maggiore.

Giocare reinventando le regole è la vera sfida dei manager di oggi!

Nessuna cornice di riferimento precisa viene offerta a manager e imprenditori oggi: la competizione nel mercato si affronta con un livello di incertezza davvero elevato.

Le regole del gioco cambiano dal giorno alla notte, nuovi player si potrebbero aggiungere con “attrezzature” inedite (vd. tecnologie, prodotti, servizi) e vantaggi competitivi ineguagliabili.

I mercati inoltre rispondono a sollecitazioni globali e quello che succede in qualunque parte del mondo puo’ avere impatto sulle partite “locali”.

Dunque le imprese necessitano sempre di più di leader coraggiosi e orientati all’innovazione, che creino consenso e trascinino i team nel cambiamento, che ascoltino il mercato attraverso i collaboratori che lo frequentano, che prendano decisioni ambiziose pur nell’incertezza e nell’impossibilità di controllare tutte le variabili del gioco.

Servono regole per una leadership coraggiosa 

Non sempre è rassicurante elaborare forecasts focalizzandosi principalmente su dati passati, non costituisce più garanzia di successo e potrebbe intrappolare in schemi di pensiero e azione sorpassati.

Un cambiamento diventato costante e non più ciclico richiede una leadership coraggiosa, inclusiva, ispirazionale.

E allora come si guidano oggi team di talenti? come essere un leader davvero innovativo ?

Vediamo quindi 5 +1  lezioni di leadership dalle esperienze sportive di squadre altamente competitive che hanno raggiunto risultati ragguardevoli.

 

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Lezione n.1 | “La forza del lupo è il branco, ma il branco ha bisogno del lupo” 

Questa affermazione l’ho ascoltata dal coach della squadra Svedese maschile di hockey, medaglia d’oro alle XX Olimpiadi Invernali di Torino 2006, aveva uno stile di leadership apparentemente command & control, ma solo quando “the-house-was-on-fire” (cit.) e una decisione urgeva senza troppe consultazioni.

In altri casi, nella gestione ordinaria dello spogliatoio, ricercava condivisione, scambio di idee, suggerimenti, punti di attenzione alternativi.

Quegli stessi contributi condivisi e introiettati nella quotidiana gestione diventavano poi drivers di scelta, ma la tattica era affar suo, in ultima istanza, e presupponeva un alto tasso di assunzione di responsabilità.

Prima lezione quindi: il leader non è uno qualunque, è uno capace di prendere decisioni sotto pressione, pur non condivise da tutti, ma sa aprirsi al contributo della squadra nella gestione ordinaria delle attività.

Due stili, uno più autoritario, uno più inclusivo dovrebbero essere alternati con maestria e autenticità.

L’adeguatezza dello stile dipende dalla situazione e dall’urgenza.

Lezione n.2 | “Il carattere trionfa sul talento, gruppi di individui capaci ma non disciplinati non potrà che fallire”

Il termine carattere è utilizzato in ambito psicologico per descrivere le motivazioni del comportamento e i tratti di personalità che rendono ogni individuo unico. Pur in presenza di talenti straordinari, in mancanza di direzione, orientamento comune e disciplina, caratteri diversi e individualità peculiari rischiano di compromettere il raggiungimento di obbiettivi comuni.

Il ruolo del leader è sempre scoprire e coltivare il talento, offrendo un forte senso di scopo e traguardi ambiziosi ad esso connessi. I talenti devono sentire di poter contribuire in modo unico al raggiungimento di quei traguardi, altrimenti si perdono, abbandonano l’equipaggio o, peggio ancora, infettano con il loro malcontento tutta l’organizzazione.

Nelle squadre il risultato di performance è maggiore della somma dei contributi dei singoli, anche se non puo’ prescindere dalla valorizzazione dei talenti individuali.

Sembrerebbe un’apparente contraddizione tenere insieme diversi soggetti che vorrebbero primeggiare (perché, siamo onesti, queste è una delle principali caratteristiche dei campioni, o talenti che dir si voglia!).

Settare da subito standards alti, non raggiungibili dai singoli 

Tutti gli allenatori dei leggendari All Blacks (Walsh, Lombardi, Wooden, Jackson, Woodward) settarono da subito standards di altissimo livello, non negoziabili e ovviamente non raggiungibili individualmente.

“Niente teste di cazzo” (cit.) dunque.

Nessuno è più importante della squadra e la genialità individuale non porta automaticamente a risultati eccezionali.

Gli egoisti infettano il mindset collettivo ed è necessario giocare mantenendo la “formazione”: solo collaborazione, supporto, diversità, condivisione creano valore.

Forgiare il carattere

Forgiare il carattere dei collaboratori fa parte della mission di un leader, ma è fondamentale farlo nel rispetto delle individualità.

A questo scopo il coaching diventa uno strumento importante per una leadership davvero inclusiva, non facile da applicare quotidianamente perché presuppone capacità di ascolto ed empatia che pochissimi possiedono.

Le competenze chiave del coaching possono comunque essere comprese, imparate, allenate. Per un approfondimento sul tema ho scritto qui (https://www.be-pyxis.com/prestazioni-da-campioni-il-coaching-degli-sportivi-applicato-a-top-manager-dazienda/)

Lezione n.3 | Aggredisci gli spazi e, quando sei in vantaggio, cambia gioco!  

Senza il cambiamento resta solo un’inevitabile declino 

Il declino delle organizzazioni moderne è inevitabile a meno che i leader non anticipino il cambiamento.

Adagiarsi sui risultati raggiunti non sembra essere una strategia vincente. Quando ci troviamo all’apice del successo è il momento giusto per cambiare e rilanciare!

Se un attimo prima sei in vetta, quello dopo potresti precipitare. Diventi prevedibile o imitabile per i competitors, e se non riesci a diversificare rimani intrappolato.

Quando sei al massimo è tempo di cambiare, il segreto è non perdere slancio e curiosità di esplorare nuovi ambiti, valorizzare ciò che ha reso vincenti i “vecchi progetti” e rimetterlo in discussione per saltare al livello successivo.

I leader dovrebbero creare ambienti sicuri in cui le persone di sentano libere di impegnare tempo nell’investigazione, dovrebbero farlo in primis essi stessi per essere credibili.

Perché cambiare se tutto sta funzionando? 

Per un leader è difficile farsi seguire quando tutto è ok: perché cambiare se tutto, più o meno, funziona?

Il cambiamento scomoda, sposta da posizioni consolidate e presenta un rischio di errore alto.

Per cambiare gioco il leader, da un lato, dovrebbe creare senso di urgenza rispetto alla necessità di innovazione quando ancora nessuno lo avverte e, dall’altro, infondere fiducia in una crescita ulteriore, alternativa, di impatto.

Non si innova se non si rischia uscendo da schemi tradizionali, sperimentando. Il risultato incerto è il fondamento della sperimentazione, la sua essenza.

La storia ci insegna che i maggiori successi avvengono se si osa e “Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza veloce”, curioso che questa citazione provenga dal pensiero di Mario Gabriele Andretti, filosofo ed ex pilota di F1, che tra varie imprese sportive gareggiò per 6 scuderie diverse, compreso Ferrari. Non avere tutto sotto controllo, per lui, poteva voler dire perdere la vita!

Lezione n.4 | Racconta storie convincenti

I Leader innovatori sanno intuire nuove direzioni, creare un senso di urgenza che smuova organizzazioni consolidate e sanno prendersi il rischio che qualcosa non vada nel verso giusto, anzi, sanno che ciò accadrà per certo!

Pur tutto questo sanno tenere la barra verso la realizzazione della visione innovativa in cui credono. Ma se quella visione vittoriosa non la riescono a raccontare emozionando resteranno incompresi e soli.

Bill Walsh, negli anni 80 allenatore dei San Francisco 49ers, vincitori di 3 Super Bowl in 8 anni, disse sulla natura della vittoria “Vincere non significa essere vittoriosi in ogni singola partita, ad ogni costo. Dobbiamo ricordare ai nostri ragazzi che non è una partita che dobbiamo vincere, bensì una stagione, una serie di stagioni in cui la squadra vince più partite di quante ne perda e raggiunga la sua gloria per allineamento su uno scopo comune e condiviso”

Leader quindi come storytellers. Stessa storia e diversa narrazione per ogni cluster di stakeholders: dipendenti, azionisti, clienti, riporti fuzionali, peers, ognuno è portatore di interessi diversi e la storia non va cambiata nel contenuto ma certamente va ritarata nel racconto.

Attrare attenzione, coinvolgere, ingaggiare, usare linguaggi comprensibili ai vari audience, elaborare call to action, generare conversioni (ops condivisioni), sono competenze cruciali per realizzare il cambiamento.

Formazione e coaching sul proprio stile di comunicazione si rivelano due strumenti per questo molto utili!

Quanti managers e imprenditori sanno scovare il famoso “oceano blu” (rif. W. Chan Kim e Renée Mauborgne)? disegnare nuove strategie, raccontarle e convincere gli altri a farsi seguire, scomodandoli da posizioni consolidate?

Lezione n.5 | Passa la palla! I leader creano leader

Nei leader è intrinseca la caratteristica dell’ambizione, personalmente credo poco alla benefica dichiarazione di chi, in posizione di potere, esprime la volontà incondizionata di far crescere le proprie persone a prescindere dalla direzione che prenderanno.

Credo invece che ai leader interessi allargare la base di consenso, costituire cordate, ampliare il network di persone di talento che a loro fanno riferimento, come a dei mentor.

I leader illuminati creano leader perché e nel loro interesse crescere. Ampliando i loro ambiti di responsabilità è intelligente avvalersi di competenze di valore.  I leader evolvono in posizioni di potere e massimizzano le loro possibilità di ricoprirle con successo se parallelamente evolvono le “loro” persone e se hanno saputo costruire nel tempo legami di fiducia.

Da soli non si va lontano, ne in alto.

Fatta questa premessa, che non diminuisce per me il valore di coloro che si spendono per la crescita altrui, spostare il faro del successo sui propri collaboratori quando si raggiungono gli obbiettivi e richiamare a se quello del biasimo quando si verifica un errore è caratteristica di una leadership eccezionale. Più unica che rara. Più comune è attribuirsi meriti e assegnare altrove responsabilità di fallimenti.

Marcello Lippi, allenatore 5 volte Campione d’Italia con la Juventus e commissario tecnico della nazionale Campione del Mondo nel 2006, esalta nel libro “La Squadra” soprattutto le doti professionali ed umane dei calciatori che ha allenato.

Si evince la dedizione, la cura, la passione che ha messo, durante la sua carriera di allenatore, nell’assegnare meriti e aspettative adeguate sui suoi giocatori. “Ci sono regole che vanno oltre ogni regolamento e sono quelle che insegnano come si gioca insieme, dentro e fuori il rettangolo verde

Ecco 5 lezioni di leadership tra sport e innovazione a cui vorrei se ne aggiunge un’altra, decisamente…romantica!

Più che una lezione è una considerazione di ancoraggio, una bussola di orientamento da utilizzare nei momenti particolarmente critici, quando le decisioni da prendere costituiscono dilemmi.

Spesso troppo focalizzati sul presente, managers e imprenditori rischiano e di guardare al futuro in ottica di prevenzione del fallimento e conservazione di posizioni di potere.

Ma la leadership illuminata, innovativa, guarda al futuro per creare impatto positivo.

Quindi ecco l’ultima lezione: una cartina di tornasole per orientarsi le scelte difficili.

Lezione n.6 | Lascia la tua impronta per chi verrà dopo di te

Quando un giocatore entra nella squadra degli All Blacks gli viene consegnato un libriccino in pelle nera.

Dalla prima pagina in avanti sono raffigurate tutte le maglie che simboleggiano le vittorie leggendarie fino a quel momento.

Lì trovano successivamente trascritti valori, standard, codici di comportamento.

Le ultime pagine sono bianche, vuote. Un invito a scrivere la propria storia affinché diventi eredità futura in continuità col passato.

Tradizione e innovazione viaggiano insieme, si legano nella scrittura di storie di significato.

I leader positivi, lasciano un’impronta che verrà riconosciuta da chi, nel futuro, si volterà a guardare indietro e prenderà in mano un libro per leggere una bella storia.

Lasciano, inoltre, che sia qualcun altro a lodare i propri pregi.

 

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