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Valutazione Stress Lavoro-Correlato: adempimento obbligatorio o opportunità di benessere?

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(di Dr.ssa Pregliasco Tiziana, Pyxis founder, Executive Coach | photo credit Giulietto)

La valutazione dello stress lavoro-correlato è utile a trattenere in azienda persone produttive e ingaggiate.

Il rischio stress lavoro correlato oggi è sempre più alto, l’imprenditore e obbligato a valutarlo e può utilizzare questo adempimento per aumentare retention e attrattività del capitale umano. Vediamo perché e come.

Cosa si intende per stress lavoro correlato?

Lo stress lavoro-correlato è un problema sempre più diffuso che può avere gravi conseguenze sulla salute e sul benessere dei lavoratori.

Non solo: oggi che il benessere nei luoghi di lavoro ha una valenza fondamentale ai fini della sostenibilità e della attrazione e retention del capitale umano, ha senso interrogarsi su come sfruttare al meglio un adempimento obbligatorio e trasformare le attività ad esso correlate in opportunità di evoluzione nella gestione delle risorse umane.

Quali sono i fattori da stress sul lavoro?

Lo stress lavoro-correlato può essere causato da vari fattori, tra cui un elevato carico di lavoro, mancanza di supporto dai colleghi o dai superiori, scarso controllo sulle proprie mansioni o un ambiente lavorativo poco salutare. Le conseguenze dello stress possono essere gravi, andando dall’ansia e depressione fino al burnout o anche a malesseri fisici come malattie cardiovascolari o disturbi gastrointestinali.

Partiamo dalla norma: gli adempimenti in capo al datore di lavoro

In Italia, esistono normative specifiche che impongono ai datori di lavoro di adottare misure per prevenire e gestire lo stress nei luoghi di lavoro.

La tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori è disciplinata dal Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, D.Lgs. 81/2008, (che trovate pubblicato qui) e s.m.i. Questo decreto impone ai datori di lavoro l’obbligo di valutare i rischi psicosociali, tra cui lo stress lavoro-correlato, e adottare misure per la prevenzione e la protezione dei lavoratori. Inoltre, esistono accordi e linee guida specifiche, come l’Accordo Stato-Regioni del 21 dicembre 2011, che forniscono indicazioni dettagliate su come affrontare il problema dello stress nei luoghi di lavoro.

Novità recenti dalla giurisprudenza: dirigenti e imprenditori sono responsabili del clima aziendale e dello stress che deriva dall’organizzazione del lavoro!

Alcuni recenti atti della nostra giurisprudenza stanno finalmente aprendo un varco verso l’attenzione al benessere psicologico dei dipendenti delineando una responsabilità in capo ai vertici organizzativi, sanzionabile in caso di noncuranza o mancato adempimento rispetto, ad esempio, alla valutazione obbligatoria stress lavoro correlato.

Recenti sentenze della Cassazione, la n.29611 dell’11 ottobre 2022 e la n.31514 del 25 ottobre 2022, sanciscono che i danni alla salute psicologica dei lavoratori derivanti dall’organizzazione del lavoro e dal clima relazionale sono indennizzabili dall’Inail. Se il dipendente prova il nesso causale tra la sua malattia e l’ambiente di lavoro, può richiedere la copertura dell’assicurazione obbligatoria. Il rischio per il datore di lavoro è che sia chiamato a risarcire la quota di danno non coperta dall’indennizzo riconosciuto dall’INAIL.

Per non parlare del danno reputazionale!

Nella PA il recente Codice di Comportamento dei dipendenti pubblici, emanato a luglio 2023, prevede (art.13 comma 5) che i Dirigenti siano responsabili non solo della crescita professionale dei propri collaboratori, ma anche della cura del benessere organizzativo.

Sarà dunque sempre più vero e rilevante ai fini delle responsabilità legali che datori di lavoro e dirigenti sono responsabili del clima organizzativo.

 

Chi è autorizzato e competente a fare la valutazione stress-lavoro correlato?

Gli imprenditori/amministratori d’azienda devono incaricare consulenti competenti (tipicamente psicologi del lavoro / RSPP) a condurre un’accurata valutazione dei rischi psicosociali attraverso l’identificazione dei fattori stressanti presenti nell’ambiente lavorativo.

La norma determina che la valutazione debba essere fatta con il supporto dei lavoratori perché solo loro a conoscere il contesto, cioè non può essere fatta a tavolino dagli incaricati. Questo non significa coinvolgere tutti i lavoratori ma deve essere formato un gruppo di lavoro che possa comprendere appieno quello che succede avendo accesso a dati amministrativi tipo: livelli di assenteismo per malattia, presenza di un codice etico, indicatori sentinella di vario tipo insomma.

Come si fa la valutazione stress-lavoro correlato?

Per adempiere agli obblighi normativi in Italia, i datori di lavoro devono:

1. Incaricare un esperto che esegua la valutazione con metodologia adeguata e rediga il Documento di valutazione:

Questa fase di valutazione preliminare ha come obiettivo la redazione del Documento Di Valutazione Dei Rischi e prevede sopralluoghi tecnico-conoscitivi e interlocuzioni con personale aziendale per la raccolta dati utile alla predisposizione del Documento. I dati collezionati vengono trattati secondo diverse metodologie, tipicamente si usa la checklist dell’INAIL: una lista di controllo, con domande tipicamente a risposta si/no, approntata appositamente per definire l’indice di rischio d’impresa. Il fatto che la maggior parte delle aziende utilizzi la cheklist non vuol dire che sia lo strumento obbligatorio.

Si può anche andare più in profondità con assessment, interviste e indagini costruite hoc.

Il processo potrebbe richiedere da un paio di settimane a un mese per una popolazione aziendale di 100/150 persone.

2. In caso di alto rischio adottare misure preventive: sulla base dei risultati della valutazione, se l’indice di rischio si rivela alto, si devono adottare misure per prevenire lo stress. Possono, ad esempio, ottimizzare il carico di lavoro, migliorare le relazioni interpersonali attraverso il coaching in team o rivolto al management, rendere più trasparente e chiara la comunicazione interna, lavorare su processi che migliorano il clima aziendale, fornire supporto diretto ai dipendenti attraverso desk e sportelli dedicati. Insomma, devono dimostrare di attivarsi in modo proattivo.

3. Informare e formare i lavoratori: I datori di lavoro devono assicurarsi che i dipendenti siano informati sui rischi da stress lavoro-correlato e formati su come gestirli in modo sano e sicuro.  La corretta e trasparente comunicazione interna di questi interventi valutativi è fondamentale.

3. Monitorare costantemente: È importante effettuare un monitoraggio costante dell’efficacia delle misure adottate e apportare eventuali correzioni o miglioramenti.

 Come si può trasformare questo adempimento in opportunità?

Volendo guardare il lato positivo e la logica nascente di tali adempimenti credo che la valutazione stress-lavoro correlato, se ben congegnata, sia un’importante punto di partenza per costruire ambienti di lavoro sani, produttivi e più attraenti.

Alcuni spunti da tenere in focus sono:

  1. Approntare una comunicazione interna del progetto che sia coinvolgente: Se ben congegnata l’attività di comunicazione e ingaggio dei dipendenti sulle attività di valutazione stress-lavoro correlato è essa stessa un’opportunità per aumentare il senso di benessere e appartenenza dei dipendenti all’azienda. Sarà importante comunicare in modo autentico e trasparente gli obiettivi del progetto, l’importanza dell’adesione di tutte le persone coinvolte, la prospettiva di miglioramento continuo in cui il management dell’azienda è impegnato.
  2. Coinvolgere e responsabilizzare i dipendenti nel processo di miglioramento continuo: in dialogo continuo con tutti i reparti dell’azienda e l’implementazione di una Cultura dell’Ascolto e dell’empatia è fondamentale. La responsabilizzazione di tutti i livelli dell’organizzazione e un’opportunità per coinvolgere, raccogliere feedback utili per settare interventi tattici e strategici, Il rischio di tenere i problemi nascosti è quello di ritrovarsi a gestire licenziamenti o peggio malattie senza aver dato la giusta attenzione ai segnali di allarme. Il vaso di pandora può riservare buone sorprese. A proposito potete leggere qui
  1. Completare l’adempimento con un’attività di Advisory HR: i dati sono un’opportunità per fare scelte organizzative ponderate ed aggiornare la strategia HR, migliorando l’organizzazione del lavoro. Usare e monitorare l’andamento dei dati derivanti dalla valutazione stress-lavoro correlato si rivela quindi un’opportunità di crescita ed evoluzione nella gestione delle persone, strumenti di lavoro per un approccio manageriale serio, non basato sul sentito dire o impressioni soggettive.
Conclusioni

In conclusione, lo stress lavoro-correlato è un problema serissimo che richiede l’attenzione dei datori di lavoro. In Italia, esistono normative chiare che impongono loro di adottare misure preventive per proteggere la salute mentale e fisica dei dipendenti.

È fondamentale che i datori di lavoro rispettino tali normative e si impegnino attivamente a creare ambienti di lavoro sani, sicuri edificanti.

Diminuire lo stress in azienda è anche un vantaggio economico, rende le persone più produttive, presenti e motivate a perseguire gli scopi d’impresa. Riduce gli infortuni, riduce assenteismo e turnover, i dipendenti difficilmente vi molleranno insomma!

Ritengo che, effettuata nel modo qui descritto, la valutazione dei fattori di stress sul lavoro sia un’opportunità concreta di migliorare ed evolvere nella gestione stessa delle risorse umane.

Per un preventivo gratuito sulla valutazione stress-lavoro correlata della tua azienda scrivici a: info@be-pyxis.com

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